Meditazione guidata per riconnettersi alla propria Sorgente Interiore, ammirando il sorgere del sole. Al termine, colazione insieme.
Meditazione guidata per riconnettersi alla propria Sorgente Interiore, ammirando il sorgere del sole. Al termine, colazione insieme.
La via della liberazione (moksha) attraverso la conoscenza (jnana). I 24 principi del Samkhya.
Workshop di Forest Bathing nel favoloso Fosso di Durano a Smerillo. A contatto con l’acqua, ritroviamo le nostre sorgenti, fonti di energia vitale che migliorano la nostra condizione di salute.
Le campane tibetane, le loro vibrazioni collegate ai chakra, ti aiuteranno a leggere dentro te stesso per scoprire le onde delle tue emozioni.
“Il bambino non è un vaso da riempire,
ma una sorgente da lasciar sgorgare”
—Maria Montessori
In una bellissima passeggiata nel bosco di Smerillo, lasciamo correre la curiosità e la fantasia dei nostri bambini.
La parola “Sorgente” che intitola il festival 2024 si declina nell’Agorà della Poesia come punto di arrivo e non di partenza. I poeti cercano la sorgente, la propria sorgente e quella universale; e per farlo si dotano di strumenti che consentano la scalata e l’arrivo in vetta.
FILIPPO DAVOLI Nato a Fermo nel 1965, vive e lavora a Macerata. Poeta e critico, il meglio della sua opera è confluito nell’antologia Poesie edita da Transeuropa. Premio Montale per l’inedito, apparso nel 2001 per i tipi di Crocetti. Tra i suoi libri si ricordano Alla luce della luce (1996, introduzione di Franco Loi), La luce, a volte (2015, con una nota di Massimo Raffaeli), Dentro il meraviglioso istante (2021, introduzione di Giovanni Tesio) e Tenerissimo Amore (2022, introduzione di Daniele Mencarelli). Ha collaborato anche con musicisti del calibro di Claudio Sanfilippo, Carlo Marrale, H. Ulises Passarella, Ludovico Peroni, nonché con attori come Lorenzo Anelli e Neri Marcorè.
La scrittura è flusso creativo, è corrente contraria che risale verso la sorgente emotiva. Le Parole scavano, levigano e raggiungono il centro catartico della gioia e del dolore, così nascono la poesia e la narrazione viva. La scrittura diventa allora strumento di indagine interiore per capire e capirsi, creare e crearsi. Daniele Mencarelli e Filippo Davoli tornano alla sorgente espressiva, al luogo del silenzio e del discorso interiore capace di guarire l’animo umano dalle convulsioni che lo abitano.
DANIELE MENCARELLI Poeta e narratore, nasce a Roma nel 1974. Vive ad Ariccia e collabora con diversi quotidiani e riviste. Il suo romanzo d’esordio è La casa degli sguardi (Mondadori 2018). Seguono Tutto chiede salvezza (Mondadori, 2020) da cui è tratta per Netflix la serie omonima, Sempre tornare (Mondadori, 2021) e Fame d’aria (Mondadori 2023). I suoi ultimi testi poetici sono Tempo circolare (Pequod, 2019) e Degli amanti non degli eroi (Mondadori, 2024).
L’atto sorgivo evoca la maternità e con essa la procreazione, quella esperienza esclusiva di contenere e nutrire, riservata alle donne. In una prospettiva più ampia, però, la maternità può aprire a molteplici significati simbolici che riguardano una potenzialità creativa più estesa, capace di generare non solo figli di carne. La sorgente diventa allora metafora dell’origine della vita come del pensiero, e sgorga e pulsa come acqua viva.
FRANCESCA RIGOTTI Filosofa e saggista. È stata docente alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Göttingen, all’Università di Zurigo ed all’Università della Svizzera italiana. Svolge attività di conferenziera, scrive di critica libraria, collabora con la Rete 2 della Radio della Svizzera italiana e scrive su varie riviste e giornali italiani ed esteri. Le sue opere sono state tradotte in tredici lingue. Tra le opere più recenti: Buio (Il Mulino, 2020); Clemenza (Il Mulino, 2023); Il consenso e la forza, saggio sull’ultimo discorso di Giacomo Matteotti (Interlinea, 2024). Ha vinto il Premio Capalbio di Filosofia (2002), Premio di Filosofia Viaggio a Siracusa 2004, Premio della Fondazione del Centenario della BSI 2020.
Durante l’aperitivo, i ragazzi della Comunità diventano protagonisti di piccole storie di rinascita, dove la “sorgente” fa rima con “vita nuova”.
Quando il prodigio della vita non si avvera, sembra quasi che la donna veda compromessa la propria realizzazione o addirittura la propria dignità. La ricerca della maternità diventa, allora, un’ossessione o perfino una dipendenza, fino a rendere difficile distinguere i desideri dai diritti inviolabili. Eleonora Mazzoni, con il suo romanzo Le difettose, entra nelle viscere di un tema molto scottante, che Emanuela Grimalda ha restituito nel divertente e amaro spettacolo teatrale, in cui dà voce e corpo a donne che, con il desiderio di un figlio, raccontano il desiderio di infinito.
ELEONORA MAZZONI Dopo la laurea in Lettere e il diploma alla Scuola di Teatro di Alessandra Galante Garrone, lavora come attrice. Esordisce come scrittrice con Le difettose (Einaudi, 2012), ad oggi alla quarta ristampa, tradotto in francese e messo in scena da Serena Sinigaglia con l’interpretazione di Emanuela Grimalda. Scrive soggetti e sceneggiature per il cinema e la Tv. Dal 2022 è la direttrice artistica del Festival Caterina Sforza di Forlì, L’anticonformista. Ha pubblicato Gli ipocriti (Chiarelettere, 2015), In becco alla cicogna! (Biglia Blu, 2016), La testa sul tuo petto. Sulle tracce di San Giovanni (San Paolo edizioni, 2016). Ad aprile 2023 esce per Einaudi Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni, arrivato ad oggi alla sesta edizione.
EMANUELA GRIMALDA Nata a Trieste, vive a Roma. È attrice e autrice. Alterna teatro, cinema e televisione. Al cinema è protagonista di film e in televisione, di film e serie. Accanto a produzioni televisive popolari e di grande successo (da Sei forte maestro a Medico in famiglia, I Cesaroni, Boris) e cinema d’autore (film con Antonio Albanese, Salemme, Covatta, Castellitto, Morante), porta avanti un percorso culturale che sostiene l’empowerment femminile. È autrice di testi comici tra cui il monologo teatrale Dio è una signora di mezza età attualmente in tournée.
Dalla ninfa Calipso all’incontro con la giovane Nausicaa la figlia del re Alcinoo. La partenza, l’addio all’immortalità, la tempesta e l’approdo nell’isola dei Feaci. La cetra di Demodoco e le lacrime degli eroi. Una riflessione sull’accoglienza antica dello straniero e la dichiarazione d’amore più bella del mondo.
“E se un Dio mi fa naufragare sul mare scuro come vino, saprò sopportare, perché ho un animo paziente nel petto: sventure ne ho tante patite e tante sofferte tra le onde ed in guerra: sia con esse anche questa.”
GIUSEPPE CEDERNA Attore, scrittore, viaggiatore. Tra i protagonisti del film Mediterraneo di G. Salvatores, premio Oscar 1992, ha lavorato con Scola, Bellocchio, Comencini, Monicelli, i fratelli Taviani, Soldini, Brizzi, Rob Marshall, Gianni Amelio. In teatro da Amadeus a Stevenson, a Molière, a Daniel Pennac con Storia di un corpo, a Cechov con Zio Vanja, all’Odissea e alle migrazioni mediterranee di Gianmaria Testa. Racconta e interpreta il viaggio e le sue passioni poetiche e letterarie da Kostantino Kavafis a John Berger, Wisława Szimborska, Chandra Candiani, Raymond Carver e Claudio Damiani. Ha pubblicato Il Grande Viaggio (Feltrinelli, 2013), un pellegrinaggio himalayano alle sorgenti del Gange, Piano Americano (Feltrinelli, 2010), Ticino, le voci del Fiume (Excelsior 1881, 2011).