Una meditazione per risalire alla sorgente della nostra individualità, in un percorso dall’osservazione dei nostri pensieri al vuoto.
Una meditazione per risalire alla sorgente della nostra individualità, in un percorso dall’osservazione dei nostri pensieri al vuoto.
Un favoloso laboratorio nel Bosco di Smerillo, ai piedi del Grande Faggio, per vivere l’esperienza del Forest Bathing una pratica dal Giappone che riduce stress e ansia e ci conduce al benessere.
Un facile percorso nel bosco durante il quale, sul tema della sorgente, verrà implementata una pratica di mindfulness ed altre attività legate alle emozioni, alla consapevolezza emotiva, alla crescita personale ed alla relazionalità con l’altro e con la propria esperienza interiore.
Le campane tibetane, le loro vibrazioni collegate ai chakra, ti aiuteranno a leggere dentro te stesso per scoprire le onde delle tue emozioni.
L’acqua è portatrice di vita, elemento indispensabile che nutre e disseta. Per questo, da sempre, l’uomo ha attribuito all’acqua un importante significato simbolico, collegandola a miti di fertilità, purificazione, guarigione, rinnovazione.
MARIO POLIA Antropologo culturale e archeologo. Vincitore del Premio Internazionale
Paolo Toschi per la ricerca sul campo. Ha insegnato nella Pontificia Università Gregoriana e nella Pontificia Università Cattolica del Perù. Attivo in Perù dal 1971, si è dedicato allo studio dello sciamanesimo andino e della medicina tradizionale. Direttore del Museo Civico demo-antropologico di Leonessa (Rieti) ha svolto e svolge attualmente ricerche sulle tradizioni popolari dell’Appennino Centrale. Nell’ambito degli studi classici ha pubblicato, recentemente, un’opera sulla donna nell’antica Roma dal titolo La donna romana, mater et sacerdos.
Alcune storie nascono dai ricordi depositati nelle memorie personali o collettive. Smuoverli significa affrontare verità scomode, interrogarsi e guardarsi dall’esterno. Solo conoscendo il passato si può spiegare il presente e a volte neppure basta. Per Paolo Di Paolo e Giulia Ciarapica, matrice sorgiva dei rapporti umani è la memoria, che lega, dischiude dolori e mette in crisi. Far pace con essa significa riscoprire la propria umanità.
PAOLO DI PAOLO È nato nel 1983 a Roma. Ha pubblicato i romanzi Dove eravate tutti (Feltrinelli, 2011), Mandami tanta vita (Feltrinelli, 2013 finalista Premio Strega), Una storia quasi solo d’amore (Feltrinelli, 2016), Lontano dagli occhi (Feltrinelli, 2019). È finalista al Premio Strega 2024 con Romanzo senza umani (Feltrinelli, 2023). Scrive per La Repubblica e per L’Espresso.
GIULIA CIARAPICA Insegna critica letteraria alla Scuola Passaggi. Collabora con le Scuderie del Quirinale e da settembre 2023 interviene come critica letteraria nel programma di Rai Uno Mille e un libro. Scrive su Il Foglio e si occupa di libri sui social. Ha pubblicato il saggio Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché (Cesati Editore, 2018), Una volta è abbastanza (Rizzoli, 2019), Chi dà luce rischia il buio (Rizzoli, 2022).
Gli studi sull’origine del male hanno individuato molte scaturigini, ma l’elemento fondamentale è il mancato o deviato sviluppo dell’umanità in ciascuno. Il Bene invece è sorgente di umanizzazione per tutti. L’esperienza di Gandhi, in questo senso, rimane esemplare e traccia la via del futuro.
ROBERTO MANCINI Professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Macerata, dove è anche direttore del Dipartimento di Studi Umanistici. È editorialista della rivista Altreconomia. Le sue pubblicazioni più recenti sono Oltre la guerra con Salvarani (Ed. Effatà, 2023), Il senso nella vita. Ragioni e prospettive per una conversione di civiltà (Franco Angeli, 2024).
Nella guerra il male ha la sua massima espressione: impone sofferenza, si arroga il potere di dare la morte, come un atto dovuto e perfino meritorio. Al di là delle ragioni di chi ha il potere e decide il conflitto, non deve essere dimenticata la dimensione umana, di chi deve ascoltare il frastuono assordante della guerra, respirarne l’odore acre, camminare sulle macerie delle città distrutte. È ora di dire basta.
FRANCESCA CAFERRI È la responsabile della sezione Esteri del Venerdì di Repubblica e inviata per le questioni mediorientali. In oltre vent’anni è stata corrispondente da molti luoghi di guerra. Ha intervistato capi di Stato e di governo, ministri, premio Nobel per la pace e scrittori di ogni parte del mondo. Ha pubblicato Il Paradiso ai piedi delle donne: le donne e il futuro del mondo musulmano (Mondadori, 2012) e Non chiamatemi straniero (Mondadori, 2014).
DOMENICO QUIRICO È giornalista de La Stampa, responsabile degli Esteri e reporter di guerra. Ha raccontato le più drammatiche vicende africane degli ultimi vent’anni dalla Somalia al Congo, dal Ruanda alla primavera araba. Nel 2013, mentre si trovava in Siria come corrispondente, è stato rapito per cinque mesi. Ha vinto molti premi giornalistici e il prestigioso Premio Indro Montanelli. Tra i suoi molti libri: Quando il cielo non fa più paura. Le Storie della guerra per raccontare la pace (Mondadori, 2023) ed il recente Kalashnikov (Rizzoli, 2024).
NELLO SCAVO È inviato speciale di Avvenire e corrispondente di guerra. Collabora con diverse testate estere. Negli anni ha indagato sulla criminalità organizzata e il terrorismo globale, firmando servizi da molte zone calde, come la ex-Jugoslavia, la Siria, il Corno d’Africa e l’Ucraina. Ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio CIDU per i Diritti Umani – Ministero degli Esteri (2020). Tra gli altri, ha scritto Le mani sulla Guardia Costiera (Chiarelettere, 2023), Kiev (Garzanti, 2022), Schiavi delle milizie (Quarup, 2020).