2023 CORDATA
È “cordata” la parola su cui rifletteremo nell’edizione 2023 del Festival Le Parole della Montagna.
Una parola mutuata dalla pratica alpinistica, che ha il sapore della fatica, della scalata e rappresenta quel gruppo di individui che scalano la montagna legati fra loro da una corda, il primo dei quali avanza fino ad assicurare la corda al gancio di protezione che trova in parete, mentre il secondo gli garantisce sicurezza in caso di caduta. Se la scalata è su un ghiacciaio o su una cresta, dove non ci sono protezioni fisse, la sicurezza è data solo dagli altri compagni di cordata, che in caso di necessità, trattengono la caduta.
Perché funzioni il sistema di sicurezza, la corda deve essere tesa e gli alpinisti devono procedere ad una giusta distanza, coordinando i loro movimenti, rispettando l’uno il ritmo dell’altro ed attivando una comunicazione efficace fra loro, a discapito della velocità.
Ecco allora che la parola si riveste di significati simbolici. La cordata, infatti, prevede fiducia e affidamento, responsabilità verso l’altro, cura e attenzione reciproche, il sapere attendere e rispettare i limiti altrui.
Dopo l’edizione 2022 dedicata al “perdersi”, la montagna stavolta ci suggerisce che il cammino da percorrere non è del singolo, ma del gruppo unito da una forza comune. Forse ci salviamo se iniziamo a sentirci responsabili l’uno nei confronti dell’altro.
Eccolo allora, il fulcro che pur nel rispetto della debita distanza, ci tiene l’uno allacciato all’altro: il legame, la relazione.
D’altronde a Smerillo, un piccolo borgo sospeso tra gli orizzonti, non c’è molto: mancano attività commerciali, c’è un unico bar e per comprare il pane bisogna spostarsi in macchina, non ci sono negozi di generi alimentari e di abbigliamento, né tanto meno librerie. Cosa resta?
Restano le persone.
Resta l’incontro condiviso.